martedì 10 marzo 2009

"Non posso garantire che scopriremo i trattamenti e le cure che cerchiamo, nessun presidente può prometterlo, ma posso promettere che li cercheremo, attivamente, responsabilmente e con l'urgenza necessaria per recuperare il tempo perso".

E' Barak Obama a parlare così, e lo fa riferendosi alla sua scelta di tracciare, attraverso l'emanazione di un ordine esecutivo firmato lunedì 9/3, una "nuova rotta" per la ricerca scientifica negli USA, in particolare per la ricerca sulle cellule staminali. O meglio, si tratta di rilanciare una politica di finanziamenti per la ricerca che, da colonna portante della politica statunitense, era stata abbandonata a partire dal 9/8/2001.E' quest'ultima una triste data per la scienza. Coincide infatti con l'emanazione di un ordine esecutivo, da parte di George W. Bush, che andava a limitare la ricerca alle sole "linee" di staminali esistenti prima del 9/8/'01, andando di fatto a bloccare la ricerca su tale campo.
Viene inoltre sottolineata, da parte della White House, la volontà di rivedere ampiamente quella legge, datata 1996, che prevede forti limitazioni per l'utilizzo di fondi pubblici per la ricerca sulle cellule staminali. E' lo stesso Obama a definire le proprie decisioni come mirate ad una politica di "vigorously support" per la ricerca attraveso un' ampia reperibilità di fondi pubblici.

Certo l'etica di Obama non è da tutti ben accetta, ma credo che sia anche fortemente condivisibile in virtù di una presa di posizione nel favorire lo sviluppo non solo della medicina, ma di tutta la ricerca scientifica.




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